La Venerabile Confraternita
       di Misericordia di Impruneta  

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 30 maggio 1844

I primi atti ufficiali della nostra Confraternita si aprono con una premessa, intitolata Narrazione dell’Erezione nella quale si riassume il lungo lavoro preparatorio per dar vita all’associazione.

 

Inizia così: “Gli Illustrissimi rappresentanti la Venerabile Opera della nostra Propositura nella loro adunanza del 30 maggio 1844 venuti in cognizione non essere nel Paese provvedimento alcuno per il conveniente e comodo trasporto dei poveri malati al Pubblico asilo di infermità e per sovvenire ai disgraziati colpiti da infortunio fuori della loro abitazione, si proposero di erigere la Confraternita di Misericordia in servizio della Propositura stessa e del suo Plebato.

I primi provvedimenti furono:

a) Chiedere “al regio Trono”, quello del granduca di Toscana Leopoldo II, detto “Canapone” dai Fiorentini, “le opportune facoltà” cioè le necessarie autorizzazioni;

b) domandare alla Comunità del Galluzzo “una sovvenzione”, in vista della pubblica utilità;

c) incaricare l’ingegniere Leopoldo Pasqui di redigere un provvedimento di spesa per la costruzione della lettiga su ruote, del cataletto ed altre attrezzature necessarie, nonché la preparazione di una sede, da ricavare nei locali annessi alla Chiesa messi a disposizione dell’Opera della Propositura.

Come ben si vede i promotori si proponevano, prima di procedere alla costituzione e alla raccolta di adesioni, di preparare le condizioni necessarie perché la Confraternita potesse essere fin dall’inizio operativa.

Probabilmente questo lavoro preparatorio era reso indispensabile anche dalle condizioni di vita della popolazione a quei tempi: infatti accanto ad un analfabetismo largamente diffuso, si avevano difficoltà di comunicare e quindi anche la ricerca di consensi e adesioni postulava una lunga fase di di diffusione di porta a porta, sostenuta da realizzazioni che confermavano coi fatti le intenzioni.

Insomma si procedeva ad educare in maniera concreta i cittadini al dovere di soccorrere reciprocamente anche con la preparazione dei mezzi necessari.

L’organizzazione comunque, anche se con tempi lenti, almeno secondo le nostre mentalità attuali, procedeva.

L’ing, Leopoldo Pasqui, con la sua relazione datata 30 novembre 1844, comunicò ai promotori che la spesa per l’approntamento dei locali e per l’acquisto dei mezzi di soccorso ammontava a £ 4.389, cifra che oggi fa sorridere, ma che non era certamente indifferente in quegli anni. Iniziò quindi la ricerca di fondi.

La Comunità del Galluzzo, attraverso la “Regia Podestà del dottor Stanislao Bocciarelli, in vista della pubblica utilità, con suo Partito del di 27 marzo 1845, concesse una concessione di £ 700 per una solo volta, sovvenzione debitamente approvata da S.A.I. E Reale con suo Rescritto del 16 giugno successivo”.

La raccolta si prolungò nel tempo, perché la cifra necessaria non era di poco conto e le diponibilità di denaro erano assai limitate.

L’importo totale delle offerte raggiunse £ 2.800.

I promotori decisero allora di richiedere al Regio Trono l’autorizzazione a raccogliere nel territorio della Pieve non solo soldi, ma anche “liquidi” (olio, vino) e cereali.

In una successiva riunione dei promotori della costituzione della Misericordia, alla quale parteciparono i componenti dell’Opera della Chiesa, il Proposto Giovan Battista Benci e i nove Canonici del Capitolo, fu deciso di costituire una deputazione composta da un Presidente, un Provveditore, un Camarlingo, un Ingegnere Direttore dei lavori, un Direttore della questua, un Sindaco, un Segretario. Questi i risultati delle elezioni per i vari incarichi

Il Proposto Benci                                       Presidente

Angelo Ariani                                             Provveditore

Angelo Soderi                                            Camarlingo

Leopoldo Pasqui                                        Ingegnere direttore dei lavori

Il Canonico Pasquale Nuti                      Direttore della questua

Il Canonico Emilio Groppi                    Sindaco

Il Canonico Andrea Soderi                   Segretario

Gli intervenuti procedettero anche a fissare le attribuzioni dei singoli componenti la Deputazione che sarebbe rimasta in carica “finché non sia arrivata la Confraternita”.

Il 1 marzo 1847 venne emesso il primo mandato di pagamento a favore dell’Ingegnere Leopoldo Pasqua per due placche di ottone a 10 lire per le cassette delle elemosine. Nei mesi successivi le spese riguardarono le Costituzioni e l’acquisto di due vesti per gli accattoni (4 lire), 3 cappelli (11 lire), cataletto, comprensivo delle spese di muratura, carro e sua lettiga (893 lire), restauro dello stanzone, tabacco per i cercatori (4 lire).

Il 1  novembre 1847 benché fosse sempre in corso l’organizzazione della Confraternita, fu attivato il servizio di trasporto dei malati all’Ospedale con la lettiga a ruote.

 

 

Il 12 marzo 1848 fu stabilito che l’abito “per i Fratelli, d’egual forma, e che le vesti dovranno esser tagliate dal Sarto Sig. Antonio Gallo, ed i cappelli commessi alla medesima fabbrica. (…) Chi non potrà essere in grado di supportar la spesa tutta in una volta potrà corrisponderla ai Fornitori, con lire due alla consegna della veste e cappello ed ogni restante a rate settimanali con minori di crazie quattro incominciando dalla settimana immediatamente posteriore alla detta consegna”.

 

Le Costituzioni della Confraternita di Misericordia della Propositura Collegiata di Santa Maria a Impruneta furono approvate dalla Segreteria del Regio Diritto del Granducato con rescritto del 9 febbraio 1848, mentre il 18 aprile arrivò l’approvazione da parte dell’Arcivescovo di Firenze Mons. Ferdinando Minucci.

 

 

 

Nel 1848 si registrano oltre 50 malati trasportati all’ospedale da alcuni confratelli che ricevono come compenso alcune somme di denaro: per 6 viaggi 22 lire, per 4 viaggi 16 lire, per 5 viaggi 20 lire, per 7 viaggi 28 lire.

Il 10 settembre 1848 nella Collegiata decentemente addobbata alle ore 10 è stata cantata la Solenne e dopo l’Evangelio della medesima il Padre Geremia Barsottini delle Scuole Pie ha egregiamente encomiati i pregi della Confraternita. La sera, cantato il Vespro, la Compieta, l’Inno Ambrosiano ed il Tantum Ergo in musica, ha avuto termine la Sacra Festività colla Benedizione dell’Augustissimo Sacramento. Il Rev.do Capitolo ricusati i propri diritti nella circostanza di tali funzioni, vi si è prestato gratuitamente ed unitovi anche l’intervento dei molti Rev.di Sig. i Parroci del Plebato. Le funzioni medesime sono riuscite con sommo decoro. Molti Fratelli in Cappa vi hanno assistito schierati in ordine e con torcetto. La Musica è stata appositamente composta e diretta dall’Esimio Sig. Professore Ermanno Picchi oriundo del Nostro Paese che gratis vi si è prestato. Oltre 300 sono stati gli Ascritti alla Confraternita in questo giorno. Il Concorso è stato straordinario e senza veruno inconveniente mercè il buon ordine tenuto dalla Civica Milizia. Sulla Porta maggiore della Collegiata eravi posta la Iscrizione seguente:

O. M.

O ardenti di Carità,

Accorrete a questo Tempio

a porger preghiera

Per la prosperità e durevolezza

della Istituzione

La più Cara a Dio

La più benefica ai Nostri Simili

La più degna dell’Uomo

La Misericordia”.

Per tale occasione si registrano varie spese, per un totale di oltre 500 lire.

Nel 1849 la Confraternita inaugura il proprio Campo Santo, sul Monte delle Sante Marie, dove ancora oggi si trova il Cimitero delle Sante Marie che, regolato da appositi regolamenti per la tumulazione dei defunti, risulta essere, assieme alle quote sociali degli iscritti, una delle principali fonti di sostentamento delle innumerevoli opere di carità della Confraternita. All’epoca per la tumulazione si pagavano 4 lire (circa 21 euro).

I trasporti funebri al Campo Santo delle Sante Marie venivano fatti in carrozza trainata da cavalli, possibilmente neri, e sono divisi in Classi di prima e seconda.  Il 22 gennaio furono spese 20 lire per l’acquisto di due lampioni per l’accompagnamento dei morti al Campo Santo. In questo anno la Confraternita paga con 26 lire il Dottor Fusi per visite mediche, le prime in assoluto, fatte a vari Confratelli, antisegnano del servizio di Poliambulatorio che partirà circa 150 anni dopo.

Per la prima autolettiga motorizzata bisogna aspettare il secolo successivo, quando nel 1929 la Misericordia acquista un mezzo Fiat 507; è l’anno in cui nasce il Comune di Impruneta.

 

 

Due anni dopo, 1931, viene acquistato il primo carro funebre per il trasporto delle salme al cimitero.

 

 

 

Entrambi i mezzi durante la seconda Guerra Mondiale (1940-1945) furono requisiti dal Ministero della Guerra e mandati al fronte.

 

 

 

 

 

 

Finita la guerra, nel 1945 la Confraternita acquistò, tra non poche difficoltà economiche, un mezzo militare per riprendere il trasporto dei malati.

 

Nel gennaio 1948 il Provveditore, Martino Capecchi, scrisse alla popolazione per aprire una sottoscrizione popolare al fine di poter garantire i servizi di carità della Misericordia, visti i pochi soldi a disposizione e il caro prezzo della benzina.

 

 

 

 

Il 22 novembre 1953 in occasione della Festa patronale di San Tobia venne inaugurata una nuova ambulanza.

 

 

Il 29 maggio 1955 si inaugurò una nuova auto funebre, la seconda della Misericordia, offerta dai Conti della Gherardesca che donarono la loro auto per essere trasformata in auto funebre.

 

 

Il 21 giugno 1964 venne inaugurata una nuova ambulanza.

Il 1 maggio 1967 si tenne la Prima Festa del Malato, festa che da allora si ripete ogni anno nel mese di maggio, e che vede la Confraternita organizzatrice dell’evento assieme ad Unitalsi e alla parrocchia.

 

Il 27 aprile 1969 inaugurazione del nuovo carro funebre, una Fiat 2300.

 

 

 

Il 17 febbraio 1970 si tennero le prime donazioni di sangue, primo atto della fondazione del gruppo Fratres, tutt’oggi molto attivo sul territorio.

 

A novembre 1974 la Confraternita inaugurò due nuove autoambulanze, una Fiat 2300 e un furgonato Fiat 238.

 

 

 

Nel maggio 1979 il Cardinale Giovanni Benelli, Arcivescovo di Firenze, inaugurò e benedisse l’ampliamento della sede, fino a quel momento limitata al solo piano terra.

 

 

 

 

Il 24 novembre 1984 per la Festa di San Tobia il Provveditore Mauro Bucci appose sul Gonfalone del Comune di Impruneta la Medaglia D’Oro della Misericordia come riconoscimento ai molti concittadini che prestano servizio nella Confraternita di Misericordia.

Novembre 1985 per la Festa patronale di San Tobia si inaugurano altri mezzi per il trasporto dei malati

A giugno 1986 la Misericordia di Impruneta venne ricevuta in Vaticano in udienza da Papa San Giovanni Paolo II.

 

 

 

Nel 1986 entrano in servizio i primi Fiat ducato benedetti dal Priore di Novazzano, cittadina della Svizzera gemellata con Impruneta.

 

 

 

Il 22 maggio 1988 Pellegrinaggio Nazionale delle Misericordie e Gruppi Fratres d’Italia a Impruneta.

 

 

 

Nel gennaio 1991 nasce, per volontà di Giorgio Macchi, il Gruppo di Protezione Civile che avvicinerà i giovani alla Misericordia e al servizio verso gli altri nel settore delle emergenze di massa.

 

 

Nel 1991 viene acquista la sede di via della Fonte.

Nel settembre 1992 la Confraternita assicura l’assistenza e la scorta al Pellegrinaggio della diocesi di Firenze alla Madonna dell’Impruneta, guidato dall’Arcivescovo, Cardinale Silvano Piovanelli, come ringraziamento per la fine del Sinodo Diocesano.

Nel 1992 nasce la Sezione di Pozzolatico della Misericordia di Impruneta.

Nel 1994 la Misericordia apre il proprio Poliambulatorio, dove medici e specialisti effettuano visite specialistiche.

Nel novembre 1998 in occasione della Festa patronale di San Tobia la Misericordia festeggia il suo 150 anno di vita con una Solenne celebrazione nella Basilica di Santa Maria e con una serie di concerti nel cinema e in piazza Buondelmonti.

Maggio 2003 al cimitero delle Sante Marie inaugurazione della statua di Cristo Redentore, opera di Luigi Mariani, donata dalla Ditta Mital.

 

 

 

 

Nel 2008 vengono eseguiti dei lavori di ristrutturazione, di ampliamento e restauro del Cimitero delle Sante Marie, rinaugurato a novembre dal Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze.

 

 

 

Novembre 2011 per la Festa patronale di San Tobia inaugurazione di nuovi mezzi per il trasporto socio-sanitario.

 

 

 

Novembre 2012 per la Festa patronale di San Tobia inaugurazione di una nuova ambulanza Fiat Ducato e di una jeep per la Protezione Civile.

Novembre 2014 per la Festa patronale di San Tobia inaugurazione di un nuovo mezzo Mitsubishi L 200 per la Protezione Civile.

Il 26 aprile 2015 la Banca di Credito Cooperativo di Impruneta nel suo centesimo anno di fondazione dona alla Misericordia, che celebra il 170 anno di Fondazione, una autoambulanza Fiat Ducato Maxi

 

Il 16 maggio 2015 in occasione dei festeggiamenti per i 25 anni della fondazione della Protezione civile della Misericordia di Impruneta viene inaugurato un nuovo mezzo 4×4.

 

 

Nel 2017 la sezione di Pozzolatico festeggia il 25mo anno di attività.

 

 

 

 

Novembre 2021 per la Festa patronale di San Tobia la Misericordia di Impruneta si dota di un proprio giornale, affidato alla direzione del Giornalista Vaticanista Franco Mariani, che esce con un numero unico.

In questo lungo periodo – ben 177 anni – la Misericordia di Impruneta ha prestato a tutti il suo servizio, con i limiti che son rappresentati dalla natura umana dei volontari, ma sempre con generosità e sacrificio, soprattutto negli ultimi 40 anni, partecipando a tutte le emergenze di Protezione Civile, non solo sul territorio cittadino e regionale, ma nazionale in tutte le regioni di Italia in occasione di alluvioni, terremoti, e catastrofi varie: ragazzi, ragazze, uomini e donne che hanno assicurato, e assicurano ancora, con il proprio costante servizio, una qualificata opera di soccorso, cosi come quotidianamente i Confratelli e Consorelle assicurano sui vari settori caritatevoli gli interventi a favore degli Imprunetini.

Iddio ve ne Renda Merito


Scheda e riebolazione note storiche del Giornalista Vaticanista Franco Mariani.

Note storiche del Prof. Giuseppe Pieraccini
Confratello della Misericordia di Impruneta
già Preside del plesso scolastico di Impruneta.

La nascita del Movimento
delle Misericordie

Le Misericordie hanno le loro origini nelle prime forme di partecipazione dei cittadini alla vita della comunità che presero il nome di Confraternite.

È nel Medioevo che queste forme di aggregazione assumono un’identità più definita, dal X secolo in poi, in queste tipologie:

a) Le Confraternite di Devozione, che consentono una partecipazione più diretta dei laici alla liturgia.

b) Le Confraternite dei Penitenti, che pongono l’accento sul rigore di e sulla necessità del pentimento e della penitenza.

c) Le Confraternite di Mestiere, che uniscono attorno al culto del santo patrono i membri di una stessa professione prestando agli associati i servizi di “mutuo soccorso”.

d) Le Confraternite di Beneficenza, (le Misericordie in Toscana, in Spagna e Portogallo, ecc.) che, nella pratica della carità, offrono specifici servizi di assistenza, gestendo ospedali, curando la sepoltura dei morti, ecc.

In secoli politicamente confusi, le Confraternite si trovarono spesso a svolgere un ruolo da protagonista sul piano religioso e civile. La crescente importanza, anche economica, assunta da alcune Confraternite, e la loro grande capacità di mobilitazione popolare, provocherà, dal sec. XIV, ripetuti tentativi volti ad “imbrigliarne” lo sviluppo e l’attività. Sempre in bilico fra il sospetto di eresia e di opposizione al potere politico, arricchite per donazioni e lasciti, le Confraternite diventarono la forma associativa volontaria più diffusa in Europa. Con queste radici e su queste premesse prende avvio il fenomeno delle Misericordie.

La prima Misericordia, quella di Firenze, risale al 1244. La prima traccia documentale è del 1321 ed è relativa all’atto di acquisto di una casa di proprietà di Baldinuccio Adimari sita davanti al Battistero. Ancora del 1321 è una nota relativa alla “Messa per la Pace” fra guelfi e ghibellini, organizzata dai Capitani della Compagnia della Misericordia e della Compagnia del Bigallo. Esistono poi alcuni atti e rogiti notarili, datati a partire dal 1330, nei quali la Compagnia della Misericordia risulta beneficiaria di lasciti e donazioni. Risalgono al 1361 quattro registri in cui sono riportati i nomi degli ascritti suddivisi per quartiere. In quegli anni la Compagnia è retta da otto Capitani, due per quartiere, scelti in modo tale che sei di questi appartenessero alle Arti Maggiori e due alle Minori.

Alla metà del 1300 il Comune inizia a porre “maggiore attenzione” alle Confraternite con lo scopo, non dichiarato, di gestirne il patrimonio e di indirizzarne la politica sociale. Questa linea politica venne facilitata dall’atteggiamento dei Capitani delle diverse Compagnie costantemente alla ricerca di protezione politica e di “facilitazioni” per i loro sodalizi. Le Compagnie erano frequentemente beneficiarie di eredità e lasciti da parte di cittadini facoltosi, ma l’opposizione degli eredi naturali ostacolavano l’acquisizione spingendo i Capitani a chiedere una legislazione speciale che favorisse i propri sodalizi. Nel 1366, la Compagnia di Orsammichele, di gran lunga più ricca fra le Compagnie fiorentine del tempo, viene costretta ad accettare la nomina dei propri camarlinghi (amministratori del patrimonio) da parte della della Repubblica.

La Riforma degli Statuti, avvenuta nel 1361 consentì alla Misericordia di Firenze di ritardare gli effetti di questa politica, ma nel 1425 viene costretta a fondersi con la Compagnia del Bigallo. Nel 1440, il nuovo sodalizio originato dalla fusione si vede imporre come proprio camarlingo quello della Compagnia di Orsanmichele che già da tempo era di nomina pubblica.

Verso la metà del XV secolo, a Firenze come nel resto d’Europa, tutte le Compagnie dedite alla beneficenza ed all’intervento sociale finiscono sotto il controllo diretto od indiretto dello Stato che le riorganizza secondo i propri fini di politica sociale.

A Firenze la Misericordia sarà ricostituita in forma autonoma nel 1490, con Statuti che ne modificano profondamente il corpo sociale, rendendola sostanzialmente diversa dal vecchio sodalizio, con la più ampia partecipazione a base popolare.

 

Con il XVI secolo le Compagnie vennero messe in condizioni di esprimersi soltanto nei limiti parrocchiali come Confraternite Sacramentali o come società di assistenza distanti dal popolo per essere soggetto politico autonomo. Perciò, pur registrandosi un numero elevato di Compagnie e Confraternite, non si sono sviluppati, per secoli, rapporti di reciproco contatto ma ciascuna di esse ha continuato a vivere concentrata sulla particolare forma di devozione o sul servizio alla propria comunità. L’unica forma di contatto istituzionale che sembra sopravvivere, in questi secoli, è rappresentata dalle occasioni devozionali e dai Pellegrinaggi Giubilari.

Su questo fronte, a partire dal XVI secolo, le diverse Confraternite cominciarono a stabilire forme di reciproca associazione in modo da “lucrare le indulgenze” di cui erano beneficiarie. In Toscana, la politica dei Medici, inaugurata nel 1490 con la ricostituzione della Misericordia di Firenze, produce la progressiva trasformazione degli antichi sodalizi in “nuove” Confraternite di Misericordia.

Il 21 marzo 1785 viene emanato il Decreto di soppressione delle Confraternite Laicali da Pietro Leopoldo I di Lorena su ispirazione di Scipione de’ Ricci, Vescovo, scismatico e giansenista, di Pistoia. Dal 1790, con il granduca Ferdinando III, le Confraternite vengono autorizzate a riprendere la loro attività seppure in modo condizionato.

Poiché la Misericordia di Firenze era stata esentata dagli effetti del Decreto dell’85, molte delle Confraternite ricostituite dopo il 1790 trovarono opportuno affiliarsi alla Misericordia fiorentina.

All’affiliazione reciproca per motivi devozionali, sviluppatasi nei secoli precedenti, si aggiunge, così, nel XIX secolo, il fenomeno della affiliazione alla Misericordia fiorentina promosso da fini politici.

Successivamente, con l’Unità d’Italia e la capitale a Roma, fra le Misericordie politicamente più attente emerge la necessità di dare vita ad un organismo superiore, rappresentativo delle istanze locali e delle tradizioni dell’intero movimento, a cui demandare la conduzione del dialogo con il Governo centrale.

Nel 1899 si riuniscono a Pistoia i rappresentanti di 40 Confraternite e danno vita alla Federazione trasformata, poi, in “Confederazione” nel 1947.